L’inventario digitale si basa sullo sviluppo di capacità per facilitare la digitalizzazione delle collezioni dell’ecomuseo utilizzando telefoni cellulari e altre tecnologie a basso costo, usando criteri per la gestione della digitalizzazione e per la diffusione online delle collezioni. La definizione dei criteri di categorizzazione delle collezioni si basa su aspetti chiave del patrimonio locale, e le nuove tecnologie hanno aperto opportunità per la digitalizzazione e la diffusione delle collezioni mantenendo elevati standard di qualità.
Negli ultimi decenni, la presenza di musei nel mondo digitale era limitata alle istituzioni con disponibilità di enormi risorse finanziarie e tecniche. Le attrezzature necessarie per digitalizzare le collezioni erano costose, in quanto vi era la necessità di stabilire e mantenere strumenti e laboratori di alto livello. Al giorno d’oggi, la diffusione degli smartphone sta facilitando questo processo, poiché i dispositivi personali hanno fotocamere di alta qualità sufficienti per catturare buone immagini per digitalizzare le collezioni
È necessario definire criteri e mantenere determinati standard nel processo di digitalizzazione, con l’obiettivo di avere il flusso adeguato a democratizzare le collezioni. In questo senso, l’inventario digitale è uno strumento adeguato agli ecomusei, considerando ogni contesto e disponibilità di risorse. Un flusso di lavoro ben definito, con criteri adeguati, può contribuire a rendere gli ecomusei più democratici con collezioni ad accesso aperto.
Il Portable Museum Project – Pocket Editionè sviluppato nell’ambito di una partnership tra il Goethe- Institut São Paulo, l’Instituto Moreira Salles e Wiki Moviment Brazil.Questo progetto ha portato allo sviluppo del Manuale del Museo Portatile, uno strumento utilizzato come riferimento per la digitalizzazione nelle istituzioni brasiliane. Questa iniziativa può essere utilizzata in altre istituzioni e il riferimento utilizzato dagli ecomusei può anche essere basato su metodologie sviluppate da istituzioni che lavorano con inventari del patrimonio culturale, come l’Istituto brasiliano dei musei (IBRAM) e l’Istituto nazionale brasiliano del patrimonio culturale (IPHAN)
Nunzia Borrelli, Barbara Kazior, Marcelo Murta, Óscar Navajas, Nathalia Pamio, Manuel Parodi-Álvarez, Raul dal Santo, Julio Seoane
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