Valutazione dell'ecomuseo e monitoraggio degli impatti

>
>

Strumento No. 8: Valutazione dell’ecomuseo e monitoraggio degli impatti

Valutazione dell'ecomuseo e monitoraggio degli impatti

Tempo di implementazione

1-3 mesi

Descrizione dello strumento

Valutazione esterna

Molte Regioni italiane hanno approvato leggi sugli ecomusei, ma poche di esse hanno valutato le prestazioni degli ecomusei e gli impatti non sono monitorati. Recentemente, in alcune regioni come la Lombardia e il Piemonte, è entrata in vigore la seconda generazione di legislazione che sta contribuendo a formare i cosiddetti ecomusei italiani 2.0.

Le questioni comuni che emergono dalle nuove leggi sono il ruolo degli ecomusei nella cura, gestione, valorizzazione e conservazione del patrimonio vivente e del paesaggio con l’impegno della comunità e la necessità di un sistema per monitorare i risultati raggiunti e il mantenimento dei requisiti minimi della legge.

Oggi le attività periodiche di monitoraggio e formazione sono erogate solo in alcune Regioni e Province come Lombardia e Puglia, ma la recente legge della Regione Piemonte prevedeva un monitoraggio periodico.

La regione Lombardia ha valutato gli ecomusei sia con un questionario (link) che attraverso visite in loco. I nuovi requisiti per gli ecomusei lombardi riguardano anche il monitoraggio degli impatti culturali.

La Rete degli ecomusei lombardi ha approvato l vademecum Vademecum for ecomuseums 2.0 che è un documento che la Rete mette a disposizione di tutti gli ecomusei per la spiegazione e l’approfondimento dei requisiti minimi per il riconoscimento degli ecomusei in Lombardia.

Autovalutazione (interna)

Secondo De Varine, la valutazione appare non solo come condizione legittima per l’assegnazione e il mantenimento del nome “ecomuseo”, ma anche e forse soprattutto come un modo per migliorare costantemente la qualità dei metodi e confermare la reale utilità sociale di ogni ecomuseo.

Il processo ecomuseale richiede un follow-up critico il più permanente possibile, che dovrebbe essere effettuato volontariamente dai suoi stessi attori, preferibilmente accompagnati da un estraneo. De Varine ha proposto un lavoro collettivo di autoesame che dovrebbe portare a un miglioramento consensuale degli obiettivi, dei metodi e dei programmi. Non si tratta di produrre risultati quantitativi o statistiche presumibilmente “oggettive”. È anche in un certo senso un processo di autoformazione per le persone che sono più coinvolte nella vita dell’ecomuseo e che spesso non hanno ricevuto alcuna qualifica professionale specifica. Gli ecomusei italiani, e in particolare quelli piemontesi, sono già stati oggetto di riflessione e sperimentazione su questo tema in diverse occasioni. De Varine nel 2015, ha provato un approccio teorico, su richiesta degli ecomusei della Lombardia. Qualsiasi autovalutazione deve essere decisa, progettata e realizzata dalle persone incaricate, che in modo collettivo e in contraddittorio, raggiungono decisioni consensuali.

Linee guida per applicare lo strumento

La tabella di autovalutazione proposta da De Varine tenta di rispondere a tre questioni di ciascun ecomuseo che credo vadano affrontate separatamente:

  • Valutazione della struttura stessa:un ecomuseo non è un’istituzione ordinaria, i suoi parametri possono, e spesso devono, evolversi: il territorio, la demografia, il concetto stesso di patrimonio, i mezzi umani e materiali, il passaggio delle generazioni, gli obiettivi principali e secondari, espliciti e impliciti, le modalità di partecipazione, talvolta anche lo status giuridico, tanti elementi che è opportuno riformulare e su cui bisogna interrogarsi periodicamente, al fine di garantire la sostenibilità dell’ecomuseo.
  • Valutazione dell’impatto sulla comunità, che consentirà una misurazione dell’utilità sociale dell’ecomuseo: la gestione del patrimonio non è l’unica funzione dell’ecomuseo e non è solo l’effetto prodotto sul patrimonio che deve essere esaminato e misurato, ma l’impatto su tutte le dimensioni dello sviluppo locale in modo dinamico, vale a dire accompagnando i cambiamenti endogeni ed esogeni che interessano il territorio e la comunità.
    Suggeriamo di valutare gli impatti dell’ecomuseo anche attraverso il Modello di Impatto Interno-Esterno di Douglas Worts. Questo è un modo per collegare una vasta gamma di possibili strategie di coinvolgimento pubblico relative all’azione per il cambiamento climatico che possono avere impatti sia all’interno che all’esterno delle organizzazioni del patrimonio.
  • Valutazione del processo ecomuseale e dei metodi utilizzati, al fine di migliorare costantemente l’efficacia dell’azione ecomuseale nelle sue varie forme: modalità di partecipazione.

Materiali di supporto

La tabella di autovalutazione degli impatti di De Varine è stata presentata al convegno 2019 della Regione Piemonte sugli ecomusei (leggi di più in francese; vedi la table of evaluation)
Il modello di impatto interno-esterno di Douglas Worts:

Per maggiori dettagli si veda la spiegazione dell’Autore, la sua presentazione e il presente documento

Autori

Lisa Pigozzi, Nunzia Borrelli, Raul dal Santo, Silvia Dossena, Lucia Vignati 

Coordinatori Scientifici