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Valutazione esterna
Molte Regioni italiane hanno approvato leggi sugli ecomusei, ma poche di esse hanno valutato le prestazioni degli ecomusei e gli impatti non sono monitorati. Recentemente, in alcune regioni come la Lombardia e il Piemonte, è entrata in vigore la seconda generazione di legislazione che sta contribuendo a formare i cosiddetti ecomusei italiani 2.0.
Le questioni comuni che emergono dalle nuove leggi sono il ruolo degli ecomusei nella cura, gestione, valorizzazione e conservazione del patrimonio vivente e del paesaggio con l’impegno della comunità e la necessità di un sistema per monitorare i risultati raggiunti e il mantenimento dei requisiti minimi della legge.
Oggi le attività periodiche di monitoraggio e formazione sono erogate solo in alcune Regioni e Province come Lombardia e Puglia, ma la recente legge della Regione Piemonte prevedeva un monitoraggio periodico.
La regione Lombardia ha valutato gli ecomusei sia con un questionario (link) che attraverso visite in loco. I nuovi requisiti per gli ecomusei lombardi riguardano anche il monitoraggio degli impatti culturali.
La Rete degli ecomusei lombardi ha approvato l vademecum Vademecum for ecomuseums 2.0 che è un documento che la Rete mette a disposizione di tutti gli ecomusei per la spiegazione e l’approfondimento dei requisiti minimi per il riconoscimento degli ecomusei in Lombardia.
Autovalutazione (interna)
Secondo De Varine, la valutazione appare non solo come condizione legittima per l’assegnazione e il mantenimento del nome “ecomuseo”, ma anche e forse soprattutto come un modo per migliorare costantemente la qualità dei metodi e confermare la reale utilità sociale di ogni ecomuseo.
Il processo ecomuseale richiede un follow-up critico il più permanente possibile, che dovrebbe essere effettuato volontariamente dai suoi stessi attori, preferibilmente accompagnati da un estraneo. De Varine ha proposto un lavoro collettivo di autoesame che dovrebbe portare a un miglioramento consensuale degli obiettivi, dei metodi e dei programmi. Non si tratta di produrre risultati quantitativi o statistiche presumibilmente “oggettive”. È anche in un certo senso un processo di autoformazione per le persone che sono più coinvolte nella vita dell’ecomuseo e che spesso non hanno ricevuto alcuna qualifica professionale specifica. Gli ecomusei italiani, e in particolare quelli piemontesi, sono già stati oggetto di riflessione e sperimentazione su questo tema in diverse occasioni. De Varine nel 2015, ha provato un approccio teorico, su richiesta degli ecomusei della Lombardia. Qualsiasi autovalutazione deve essere decisa, progettata e realizzata dalle persone incaricate, che in modo collettivo e in contraddittorio, raggiungono decisioni consensuali.
La tabella di autovalutazione proposta da De Varine tenta di rispondere a tre questioni di ciascun ecomuseo che credo vadano affrontate separatamente:
La tabella di autovalutazione degli impatti di De Varine è stata presentata al convegno 2019 della Regione Piemonte sugli ecomusei (leggi di più in francese; vedi la table of evaluation)
Il modello di impatto interno-esterno di Douglas Worts:
Nunzia Borrelli, Barbara Kazior, Marcelo Murta, Óscar Navajas, Nathalia Pamio, Manuel Parodi-Álvarez, Raul dal Santo, Julio Seoane
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