Ecomuseu de les Valls d’Àneu

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Ecomuseu de les Valls d’Àneu

Contenuti del caso di studio

1. Dati Ecomuseo

Nome Ecomuseo

Ecomuseu de les Valls d’Àneu

Data di creazione

1994

Indirizzo

Carrer del Camp, 22-24, 25580 Esterri d'Àneu, Lleida (Spagna)

Telefono

+34 973 62 64 36

1.1. Descrizione dell'Ecomuseo

L’ecomuseo de les Valls d’Àneu è stata una delle prime esperienze museologiche di questa tipologia in Spagna. L’inizio dell’iniziativa è nel 1969 con il movimento socioculturale che permise, due anni più tardi, al comune di acquisitre la fattoria Closeta de Gassia (attuale nucleo e sede centrale dell‘ecomuseo), che insieme ai terreni adiacenti, costituirono un costituivano un gruppo di case Pallaresa. L’obiettivo era la costruzione di una scuola, che tuttavia non si portò a termine. L’insieme delle proprietà rimase senza essere utilizzato, il che spinse il comune a metterlo in vendita nel 1979.

Il destino di questo complesso patrimoniale cambiò nel 1983, anno in cui si creò il Consiglio Culturale della Valls d’Àneu, con l’idea di potenziare e sviluppare la cultura e il patrimonio del territorio. Questa entità era presieduta per un gestore culturale e contava sull’appoggio dell’amministrazione locale. Infatti, nel 1985 si creò l‘Arxiu Històric de les Valls d’Àneu (archivio storico) e nel 1987 l’Escola de Natura-Camp d’Aprenentatge (la Scuola della Natura-Campo di Apprendimento). Sempre nel 1987 si redattò il primo progetto dell’ecomuseo, sovvenzionato dalla Generalità della Cataluña, con l’appoggio die quattro Comuni che compongono la Valls d’Àneu, facenti parte della comarca (organizzazione di comuni) Pallars Sobirà (Alt Àneu, Espot, Esterri d’Àneu y Guinegueta d’Àneu). Questa comarca si estende per 407 kilometri quadrati e negli anni 80-90 contava circa 1300 abitanti, distribuiti in ventiquattro paesi tra i 900 e i 1400 metri di altitudine.

Il primo progetto aveva un marcato accento accademico, e  in questo senso idealista, e, sebbene avesse uno sguardo contemporaneo, in realtà non permise di sostenere (economicamente) questo progetto. Tuttavia, sebbene la realtà locale potesse partire da questa visione, aveva bisogno di una dimensione territoriale, qualcosa di applicabile ad una realtà locale. L’imulso definitivo del progetto arrivò nel 1988, con la celebrazione del simposio Antropología y Patrimonio Cultural, dove si formò un gruppo nell’Università di Lleida per lo stimolo e la ricerca del patrimonio locale. Il Consiglio Culturale delle Valli d’Àneu incaricò, nel 1991, il piano definitivo dell’ecomuseo a due antropologi del gruppo dell’Università di Lleida, Xavier Roigé e Llorenç Prats. 

Il secondo progetto si riformulò includendo la formazione di guide della zona, stimolando la trasmissione di conoscense alle generazioni più giovani: l’avviamento di una fattoria che fosse una nuova estenzione dell’ecomseo,; il miglioramento della sede centrale, includendo una revisoone dell’esposizione e un negozio, e potenziando le estensioni dell’ecomuseo originale, che presero il nome di radiali. Il nuovo progetto doveva andare oltre ad un semplice recupero patromoniale, e arrivare alla costituzione di un’entità avviabile economicamente ed autogestibile.

La prima attività che diede vita all’ecomuseo fu nel 1991: un’esposizione inaugurale dal titolo; “L’Ecomuseo delle Valli d’Àneu: l’identità di un territorio”. L’esposizione si strutturò in tre sezioni: (1) Uomo, territorio e tempo; (2) Patromonio Integrale; (3) Diffusione, conoscendo le Valli d’Àneu. Si pensava ad una presentazione della dimensione sociale e territoriale per la comunità, che ricdonosceva il progetto dell’ecomuseo. Nel 1993 si inaugurò la prima fase, dove si presentò il risanamento e la ristrutturazione della casa Gassia d’Esterri, il recupero della segheria idraulica de Alós, della Chiesa d’Isil, e la programmazione dei diversi itinerari.

Ufficialmente l’ecomuseo aprì nel 1994, anno in cui si creò il suo ente gestore: il Consorzio e Patronato dell‘Ecomuseo, formato da quattro comuni, il Parco Nazionale de Aigüestortes i Estany de Sant Maurici, l‘Universidad di Lleida e il Consiglio Culturale delle Valli d’Àneu. Questa formula gli permetteva, da un lato, tenere unite diverse entità della comarca, dall’altro, un’autonomia di bilancio e di azione, qualcosa di fondamentale per tessere vincoli con la popolazione ed il territorio.

L’Ecomuseo si sviluppò con un modello di tipo centralizzato, con una sede ubicata in un edificio del secolo XVIII, la Casa Gassia ad Esterri d’Àneu. Lavora come museo dove si rappresenta la vita socioeconomica della regione, e serve come centro di accoglienza per i visitatori e luogo di gestione ed amministrazione. Possiede una serie di radialità (antenne) che completano e strutturano il territorio:

  • La Casa Gassia de Esterri d’Àneu, casa musealizzata originaria del secolo XVIII, situata nel pieno centro storico della località. Un esempio di casa agropastorale, rappresentativa della base economica locale. Mantiene la sua struttura originale e mostra i modi di vita famigliari e dello spazio domestico. Insieme alla casa si sono conservati, museografati /museificati e convertiti in spazi polivalenti: il negozio, la scuola di musica ed il deposito. Inoltre, si sono sviluppati in città l’Itinerario urbano d’Esterri d’Àneu con pannelli esplicativi.  
  • La falegnameria di Alós, dove si spiega il modo dell’elaborazione forestale e dove recentemente si è valorizzato il patrimonio proveniente dall’esilio di Francia, causato durante la Guerra Civile ed il Franchismo.
  • Il Congiunto Monumentale di Son, formato dalla Chiesa dei Santi Justo e Pastor, il campanile longobardo, il cimitero, la torre dell’orologio. Al suo interno si può vedere la pala dell’altare, un’opera d’arte del gotico leridiano realizzata da Pedro Espallargues. 
  • Patrimonio ecclesiastico, come il Monastero di Sant Pere del Burgal, Sant Joan d’Isil, Sant Julià d’Unarre, Sant Pere de Burgal e Santa Maria d’Àneu.
  • La Formatgeria de la Roseta de Gavàs. Questo caseificio è un progetto globale per la lavorazione di formaggi della zona, dove tutto il processo funziona nello stesso modo: allevamento del bestiame, lavorazione del formaggio e vendita.
  • Itinerari dei bunker della Guingueta d’Àneu. Insieme ai cammini dell’esilio, si sono recuperate strutture fortificate del periodo della Guerra Civile e del Franchismo, che fungono da elementi per mostrere l’evoluzione del paesaggio e per collegare altre parti dei pirenei, dal momento che queste costruzioni si realizzarono per tutta la cordigliera dei Pirenei.

Questi radiali sono essenzali per la dinamicità dell’ecomuseo, soprattutto per stabilire connessioni con i bisogni della popolazione ed i diversi collettivi: allevatori, settore turistico, parco nazionale etc. Recentemente il suo raggio di azione si è ampliato con altre attrezzature e risorse patrimoniali. La scarsità delle risorse umane e finanziarie impedisce di gestire direttamente altre risorse e spazi patromoniali, che però sono supportati dalle iniziative istituzionali e cittadine. Tra le più recenti troviamo la dichiarazione come Patromonio Immateriale dell’Umanità delle «Fallas del Pirineo».

Attualmente l’Ecomuseo è iscritto al Registri dei Musei nella Generalità della Catalunia, è stato antenna dell’Osservatorio per la ricerca Etnologica in Catalunia e del Centro di Promozione della Cultura Popolare e Tradizionale Catalana, ed è membro della Rete dei Musei di Etnologia della Catalunia, dellìistituto per lo Sviluppo e la Promozione degli alti Pirenei e i Aramn (IDAPA), de la Xarxa de Musei ed Attrezzature Patrimoniali degli Alti Pinenei e Aran, e della la Xarxa de Museus delle Terre di Lleida e Aran.

L’Ecomuseo delle Valli d’Àneu è stato nominato ed ha ottenuto premi e riconoscimenti. Nel 1995 il Premio Nazionale della Cultura Popolare, assegnato dal Dipartimento della Cultura e della Generalità della Catalunia. Nel 1998 è nominato al Premio Museo Europeo dell’anno. Nel 1999 ottiene il Premio del Ministero dell’Ambiente per la contribuzione e la conservazione degli spazi Naturali Protetti in Spagna. Nel 2002 riceve la menzione speciale dei giudici del VI Premio della Narrazione Letteraria Pirenei, per il lavoro e la disseminazione della cultura dei Pirenei nel Pallars Sobirà, e per la sua collaborazione e partecipazione con tutti i mezzi per farla conoscere. Nel 2005 è candidato ai premi di museologia, assegnati dall’Associazione Catalana di Museologia, nella categoria dedicata a progetti, esposizioni, esperienze ed attività e istituzioni, per la messa in funzionamento di un progetto patrimoniale e museistico di azione determinante nel territorio dove si trova, per la sua singolarità e per la trascendenza nella sua azione; un museo incorniciato nel suo contesto che permette di relazionare elementi monumentali, naturali, etnografici con il paesaggio in cui si trovano. Nel 2010 ottiene il premio straordinario di museologia dell’Associazione Associació de Museòlegs de Catalunya. Nel 2007, selezionato con votazione popolare, è stato nominato, tra le 100 proposte che aspiravano a diventare meraviglie della Catalunia,  come una delle meraviglie dei Pirenei, in un’iniziativa spinta e sviluppata dall’Organizzazione Capital de la Cultura Catalana y Cataluña Radio per selezionare le 7 meraviglie del Patrimonio Cultural Material della Cataluña.

L’Ecomuseo delle Valli d’Àneu è nato sotto l’influenza diretta degli ecomusei francesi. Strategicamente, e dopo venticinque anni di attività, l’ecomuseo va oltre la presentazione di un patromonio e punta a conseguire una dinamica per convertirsi  in un continuo osservatorio del territorio, capace di partecipare a progetti locali e globali, lavorando dal locale al globale. Attualmente la sua linea strategica è costituirsi come uno “spazio di prossimità” con la “capacità di autogestione”, non dipendere solo dal comune.

1.2. Addetti dell'Ecomuse

Nome del responsabile
  • Jordi Abella. Direttore (jabella@ecomuseu.com)
  • Cristina. Interpretazione del Patrimonio, guida (ecomuseu@ecomuseu.com)
  • Josep. Parte tecnica (ecomuseu@ecomuseu.com)
  • Marc. Tecnico, amministrazione (ecomuseu@ecomuseu.com)
  • Ignasi. Ricerca (ecomuseu@ecomuseu.com)
Numero di membri del team dell'ecomuseo

5 persone a contratto, 1 direttore e 4 tecnici. Durante l’anno si realizzano tra gli 8 e i 9 contratti temporanei.

Qualificazione/formazione dei membri del team

I membri ed i collaboratori dell’ecomuseo hanno questa formazione: 

  • Museologia
  • Archeologia.
  • Antropologia / etnografia.
  • Interpretazione del Patrimonio.
  • Musicologia.
  • Storia.

1.3. Formazione

Durante la lunga vita dell’ecomuseo si sono sviluppati corsi, giornate e laboratori di formazione, Alcune di queste azioni si sono portate a termine nelle istallazioni dell’ecomuseo stesso, mentre altre, in collaborazione con l’Univesità di Lleida, nel campus della stessa. Como si può vedere nel riquadro più in basso, la formazione è stata destinata a tre ambiti: (1) il settore turistico, (2) museologia e patrimonio, (3) gestione delle risorse e spazi patromoniali. Nel settore turistico si sono realizzate azioni di formazione volte a formare guie ed interpreti del patromonio e della gestione del pubblico. Per quanto riguarda la museologia e il patromonio, ci si è focalizzati a generale riflessioni e dibattiti per il futuro del settore. Infine, per quanto concerne la formazione in patromonio e musei, si ha una specializzazione nella gestione e direzione di spazi patromoniali con l’obiettivo di professionalizzare il settore.

Per quanto riguarda i bisogni formativi, l’ecomuseo è cosciente di avere carenze e ha bisogno di formarsi in materie come: gestione ed amministrazione (risorse finanziarie, contabilità, etc.); utilizzo delle Nuove Tecnologue per poter esplorare nuove forme di comunicazione e finanziamento, così come per la creazione di nuovi prodotti; gestione della memoria orale e delle competenze sociali per comunicare con le comunità, politiche di accessibilità.

Alcuni esempi di formazione offerti dall’Ecomuseo

CORSI DESCRIZIONETARGET
MEMBRI DELL’ECOMUSEO (TEAM TECNICO)COMMUNITA’ LOCALE
Interpretazione del Patrimonio.Corso di specializzazione in metodologia dell’Interpretazione del patrimonio per la guida di gruppi di visitatori e turisti. Offerta al personale dell’ecomuseo ed ai professionisti e le imprese del settore turistico. XX
Sicurezza e gestione dei visitatori Corso focalizzato nella capacitazione per la gestione del turismo negli spazi patromoniali. Offerto al personale dell’ecomuseo, ai professionisti ed alle imprese del settore turistico. XX
Direzione strategica dei musei Corso realizzato in collaborazione con l’università di Lleida per professionisti, accademici, ricercatori e studenti. XX

Alcuni esempi di bisogni formativi individuati

AREA /CAMPO DESCRIZIONE MODO DI FORMAZIONE (VIRTUALE / IN LOCO / LABORATORI / ECCETERA.) TARGET
MEMBRI DELL’ECOMUSEO (TEAM TECNICO)COMMUNITA’ LOCALE
GestioneAmministrazione e gestione di istituzioni/entità, contabilità, etc. PresenzialeX
Nuove TecnologieUso degli strumenti tecnologici per generare nuovi processi e prodotti. PresenzialeX
Gestione della memoriaFormazione per applicare le conoscense della memoria collettiva in modo che abbia impatti sul presente. PresenzialeXX
AccesibilitàInterpretazione del Patrimonio, nuovi prodotti, bisogni speciali, diversità culturale ecc. PresenzialeXX

3. Finanziamenti e Risorse

Tipo di entità
Museo.
Proprietà
Pública.
Status ufficiale
Museo.
Bilancio annuale
250.000 €.

Il finanziamento dell’ecomuseo proviene da diverse fonti: 

  • Il Consorzio e Patronato. L’entità alla quale appartiene l’ecomuseo apporta 40.000 euro. 
  • Risorse proprie. La vendità di biglietti, i prodotti del negozio ed altre attrazioni producono annualmente circa 60.000.
  • Sovvenzioni e progetti di ricerca. L’ecomuseo ha la capacità di poter sollecitare, sia individualmente, sia con diversi soci, progetti di ricerca e sovvenzioni che gli apportano circa 80.000 euro annuali. L’ecomuseo lavora in numerosi progetti locali, nazionali ed internazionali. Tra gli altri: il progetto PATRIM+ che esamina il patrimonio transfrontaliero.
  • Consulenza tecnica. Infine, l’ecomuseo si è posizionato come un’enclave strategico per la ricerca e la consulenza tecnica dentro e fuori dal territorio, che gli ha permesso di avere incarichi da altre istituzioni per lo studio in diverse materie (storia locale, etnografia, biodiversità etc.), nonché ad avere una fonte di finanziamento.

I finanziamenti ottenuti hanno fatto sì che l’ecomuseo possa funzionare con libertà di azione, senza nessuna imposizione istituzionale o politica, dal momento che non chiede risorse finanziarie, e non crea problematiche. Questa formula di raccolta fondi è stata fondamentale per essere denominato consorzio, denominazione che gli permette di avere una capacità di autogestione e indipendenza rispetto al comune. Il processo di municipalizzazione significherebbe avere meno risorse, dal momento che economicamente, e da un punto di vista della pianificazione, l’Ecomuseo dipenderebbe dal budget ottenuto dal comune. Il consorzio invece gli permette di avere una dimensione più amplia per poter agire nel territorio, nelle diverse comunità e nel momento di chiedere aiuti, sovvenzioni e progetti.

4. Partecipazione Sociale e Comunitaria

Dalla metà del XX secolo, il sistema agropastorale di sussistenza, basato sull’agricoltura, sullo sfruttamento dei boschi e dei pascoli, si andò a sostituire con il lavoro salariato nelle centrali idroelettriche e con un’economia di mercato concentrata sul turismo invernale; questo ha implicato una trasformazione costante nella popolazione locale e nei flussi di popolazione, visitatori e turisti fuori dalla comarca. Nonostante questi cambiamenti, il territorio ha storicamente sofferto squilibri demografici, una crisi d’identità prodotta dai continui cambi del contesto socioeconomico, oltre alla perdita di popolazione migrata verso i centri urbani.

Questo panorama ha creato, nel territorio nel quale lavorava l’ecomuseo, una complessa diversità di comunità. L’ecomuseo considera le comunità come una ragnatela dove si generano dibattiti, sinergie e conflitti, da questo intendimento deriva l’obiettivo dell’ecomuseo. L’azione de ll’ecomuseo è promuovere la relazione ed il dibattito locale con l’obiettivo di proporzionare diverse posizioni e modelli per il futuro; il vantaggio della vicinanza è dato dalla complessità delle relazioni e molteplicità delle comunità e dei collettivi sul territorio dell’ecomuseo.

L’ecomuseo lavora come entità di vicinanza, cercando di generare sinergie e reti, tra gli operatori e la sua popolazione. Negli ultimi anni si è posizionato come l’entità museologica di riferimento nella zona, dando appoggio tecnico ai musei locali di minore entità che hanno carenza di servizi di conservazione, restauro, formazione ecc. L’ecomuseo è un centro neuralgico per i dibattiti locali tra i collettivi di pastori, ecologisti e settore turistico, e funziona come entità ricettrice delle inquietudini della popolazione: la scuola di musica, l’appoggio all’educazione non formale, la proposta di esposizioni e ricerche locali, la donazione di beni patrimoniali, ecc.

Attualmente, l’ecomuseo si occupa del coinvolgimento dei differenti attori della popolazione. Da una parte, le diverse associazioni del territorio trovano uno spazio nell’ecomuseo dove poter partecipare in forma bidirezionale, dall’altra parte, ogni azione che si genera dall’ecomuseo è sviluppata con i settori ecocnomici che potrebbero essere coinvolti, e questo permette che un’azione non si converta in un’attività isolata, ma in un elemento della dinamica sociale.

4.1. Popolazione locale

Numero di abitanti del territorio/località in cui si trova l'ecomuseo
1.400 abitanti nella valle e nella comarca, e 700 abitanti nel municipio di Esterri d’Àneu

Modalità di partecipazione

L’ecomuseo considera che ci siano tre gruppi di membri della comunità in funzione della loro funzione e vincolo con l’ecomuseo: 

  1. Passivi. Quelli che non realizzano nessuna azione o attività con l’ecomuseo. Potrebbero essere chiamati non-pubblico o non-attori.
  2. Usuari. La popolazione che si rivolge all’ecomuseo, le cui azioni si limitano però alla partecipazione alle attività che organizza l’ecomuseo.
  3. Proattivi. Sono quelli con cui si ha un vincolo bidirezionale, realizzano le attività dell’ecomuseo e propongono azioni. Questo gruppo si divide in collettivi: insegnanti, terza età, allevatori, settore turistico ecc.

I meccanismi di partecipazione sono i seguenti:

  • Esperienze. Sono itinerari che si strutturano lungo la comarca e servono per unire elementi patrimoniali e popolazioni.
  • Corsi, laboratori e giornate. L’ecomuseo organizza giornate, promuove sezioni di documentari, ospita conferenze, ecc. 
  • Tavoli di collettivi. E’ in progetto la creazione di un tavolo permanente dei differenti collettivi (sociali ed economici) che sia uno spazio di dialogo, dibattito, riflessione ed innovazione per i bisogni attuali e futuri dell’ecomuseo.
  • Convegni. Le radialità sono elementi patrimoniali pubblici e privati, gestiti dall’ecomuseo attraverso CONVENIOS convenzioni. Questo è un esempio di lavoro che si realizza a partire dell’ìecomuseo per stabilire ENTABLAR sinergie con i diversi collettivi.
  • Scuola di musica folk. L’ecomuseo ha creato una scuola di musica nel comune di Esterri d’Àneu per insegnare la musica tradizionale. La scuola è orientata ad un pubblico di educatori e si sono formati alcuni gruppi musicali locali nella stessa.
  • Economia locale. L’ecomuseo promuove ed appoggia i prodotti locali e prova as essere uno spazio per la loro visibilità. Il negozio ha articoli della zona, con un marchio di qualità creato dall’ecomuseo con i collettivi di artigiani della zona. I prodotti sono di artigianato (legno, cesteria, metallurgia, tessile, ecc.), per non entrare in conflitto con i produttori agroalimentari..

4.2. Ambiente sociale

Numero di visitatori dal territorio/località in cui si trova l'ecomuseo
20.000.
Numero di visitatori stranieri
20.000 (non si possiedono dati scomposti tra n. di visitatori locali e n. Di visitatori stranieri).

Forme di coinvolgimento

I meccanismi di partecipazione sono: 

  • Le esperienze, disegnate per sensibilizzare la popolazione sul proprio patrimonio e per fornire un’offerta alla popolazione straniera.
  • Visite teatralizzate. Si sono create visite interpretative teatralizzate nelle quali si esplorano diversi discorsi e narrazioni: genere, identità, tradizioni popolari, stregoneria, ecc. In questa sezione si notano anche le azioni in didattica del patrimonio organizzate da diversi collettivi e settori della popolazione..
  • I Radiali, risorse patrimoniali che servono per far conoscere il territorio e la sua identità ai visitatori.
  • La pagina web e le reti social sono un meccanismo di interazione.
  • Le pubblicazioni. L’ecomuseo realizza diverse pubblicazioni, sia in ambito divulgativo, sia in quello scientifico: studi di toponimia, recupero delle tradizioni, libri per bambini, ecc.

4.3. Sito web analisi

Le risorse digitali dell’ecomuseo si strutturano sia come una vetrina di vendita di prodotti dell’istituzione, sia come un meccanismo di socializzazione per le comunità e per il territorio. Se si esamina la pagina web dell’ecomuseo ed i differenti canali che utilizza (Youtube, Facebook, Instagram, ect) si apprezza che sono strumenti che visibilizzano la sua azione sul territorio, il suo lavoro di ricerca, e la venidta (di prodotti, prenotazioni di visite, ecc). Il suo vero lavoro rimane sempre nei canali tradizionali, la presenza, anche con la popolazione più giovane, che ha bisogno come non mai di prossimità ed empatia.

Tipe di interventi possibili dal sito web

Solo informazioni Possibilità di suggerire azioni Reclami o complimenti Acquisto dei biglietti Accesso aperto o in fase di registrazione
X
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X
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Tipi di suggerimenti disponibili

Proporre l'oggettomuseale ives Sulle questioni di finanziamento Informazioni sulla pianificazione museale Sull'accessibilità

Qualità del feedback

Viene inviato il messaggio di ricezione La proposta è discussa a livello di gestione museale I risultati della discussione vengono inviati
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La maggiore interazione dell’ecomuseo si realizza attraverso i canali di Twitter, Instagram, Facebook, Youtube, e i commenti che lasciano gli utenti nella pagina web. L’ecomuseo considera che i mezzi tecnologici sono necessari, però non fondamentali in un territorio dove c’è tanta vicinanza con la popolazione. Gli aspetti che sono più sviluppati sono la trasparenza, la vendita di prodotti e le prenotazioni.

Nella pagina web si può realizzare una visita in 3D del nucleo centrale dell’ecomuseo.

5. Innovazione e Ricerca

L’ecomuseo si considera un’entità che va al di là del museo tradizionale. Questa visione lo fa diventare qualcosa di innovativo, sia al momento di capire il suo ruolo nel territorio e nella comunità, sia nella percezione di chi si avvicina all’ecomuseo. Tra gli aspetti che si considerano essere innovativi, si trovano:

  • L’elaborazione e il lavoro di diversi discorsi ed esperienze. Ad esempio il Juego de Damas (Gioco di Dame) o la teatralizzazione durante le visite. 
  • Il patrimonio come prodotto e elemento di sviluppo locale. Questo porta ad una consolidazione delle imprese locali e all’accettazione del prodotto locale. Si deve immaginare un contesto territoriale nel quale si è sviluppato un turismo invernale di massa, uno sfruttamento delle risorse idriche per l’istallazione delle imprese di energia, e la protezione del patrimonio naturale. Parte del lavoro dell’ecomuseo è favorire un equilibrio tra lo sfruttamento delle risorse naturali, lo sviluppo economico, la protezione e la diffusione del patrimonio.
  • Durante la pandemia si sono creati progetti interessanti, come: Etnologia dell’isolamento, un progetto iniziato su Facebook, nel quale la stessa comunità caricava la sua quotidianeità, un’etnologia della quotidianeità. Un altro progetto è stato: Memorie della pandemia, processi della pandemia nel contesto locale.

L’ecomuseo intende l’innovazione come conoscere il contesto e anticipare le necessità. Ovvero, la capacità di generare proposte che diano soluzione a future necessità.

6. Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs)

Numero di SDG su cui l'ecomuseo sta lavorando (SDG)
6
SDG preferenziali (SDG)
4, 5, 8, 11, 12 y 17

Progetti/azioni relativi agli SDG

PROGETTI / AZIONIBREVE DESCRIZIONESDG
Joc de DamesItinerario con una visione integrale, di genere, che narra di uomini e donne che fecero la storia. 5
Casa GassiaA partire dall’esposizione, capiamo perfettamente le attività che si realizzano all’interno di una casa, le relazioni tra i membri che ci vivono, come si dividevano le faccende e le responsabilità domestiche e come si concretizzano i principali fattori di cambiamento da allora fino ai giorni nostri.8, 11
Caseificio La Roseta de GavàsPresentazione del modo tradizionale di produrre il formaggio in relazione al contesto e all’attivazione dell’economia locale 12
I bunker della Guingueta d’ÀneuApprendimento della storia e della memoria del postguerra in un momento in cui la popolazione civile era immersa nella povertà e sottomessa ad una dura repressione. 4

L’ecomuseo lavora direttamente con il Parco Nazionale d’Aigüestortes i Estany di Sant Maurici, con il Parque Natural del Alto Pirineo, e con i collettivi e gli attori implicati nella sostenibilità ambientale ed economica del territorio, come i gruppi di ecologisti, gli allevatori, le imprese agroalimentari, le imprese idroelettriche, il settore turistico ecc. Tra le azioni implementate si sono sviluppate ricerche sulle usanze locali con la meteorologia, e si sono ottenuti certificati di qualità luminosa del cielo e di Wild-Rivers; quest’ultimo è un progetto europeo che ha come obiettivo localizzare e potenziare le risorse idriche non contaminate.

7. COVID-19

Durante i mesi di isolamento/lockdown l’ecomuseo ha evidenziato che la cosa più importante è stata la creazione di processi di coesione fra diversi attori e settori del territorio. La sua percezione è che si generò una solidarietà a livello generale, per esempio: si sono mantenute le convenzioni, si sono tessute strategie di connessione, si sono prodotti processi di riflessione, ecc.

Al contrario, uno degli aspetti che si considera non aiutò il panorama museologico e patrimoniale in generale è che si è verificata un’ossessione per la digitalizzazione, e questo si considera un errore. Un museo locale non può competere con questo mondo, la sua ragion d’essere non è tanto l’accessibilità digitale dei contenuti, al contrario è essere uno spazio d’incontro sociale e di riflessione sul futuro. Un altro degli aspetti negativi è stato il dover fermare i progetti di memoria orale con la terza età. 

Senza dubbio, durante l’isolamento dovuto alla pandemia, si sono potuti sviluppare progetti interessanti, come:
Etnología del confinamiento, un progetto su Facebook, dove è stata la comunità stessa a condividere la sua quotidianeità, un’etnologia della quotidianeità. Un altro progetto è stato: memorias de la pandemia, processo della pandemia nel contesto locale. 

La scalata dell’isolamento e la “nuova normalità” ha innescato il turismo di prossimità. Si è dovuta ristrutturare la dinamica degli usi patrimoniali. I visitatori e i turisti volevano visitare spazi e risorse patrimoniali all’aria aperta, scartando i luoghi chiusi, che è stata un’opportunità per creare itinerari e, soprattutto, narrative che spiegassero le risorse patrimoniali in connessione con il territorio e la sua evoluzione.

Autori

Coordinatori Scientifici

Leandro França, Barbara Kazior, Óscar Navajas, Manuel Parodi-Álvarez, Lisa Pigozzi, Raul dal Santo, Julio Seoane, Maristela Simão