Lis Aganis Ecomuseo delle Dolomiti Friulane

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Lis Aganis Ecomuseo delle Dolomiti Friulane

Contenuti del caso di studio

1. Dati Ecomuseo

Nome Ecomuseo

Lis Aganis Ecomuseo delle Dolomiti Friulane

Data di creazione

Agosto 2004

Indirizzo

via Maestri del Lavoro, 1, 33085 Maniago PN

Telefono

0427 764425

1.1. Descrizione dell'Ecomuseo

Lis Aganis Ecomuseo delle Dolomiti Friulane (ora APS) nasce su impulso dell’Iniziativa Comunitaria Leader + nell’agosto 2004. L’Associazione conta oggi oltre 70 soci (Comuni, Istituti Comprensivi, il Bacino Imbrifero Montano del Livenza, Consorzi, Pro Loco e Associazioni Culturali) e una trentina di Cellule tematiche inserite nei percorsi ecomuseali acqua, sassi e mestieri.
Le cellule ecomuseali sono luoghi in cui ognuno può vivere esperienze ed emozioni, partecipare a laboratori, acquisire conoscenze e saperi per sentirsi protagonista del territorio per conservare e mantenere vivo il patrimonio della Comunità locale.

Gli obiettivi principali dell’ecomuseo sono: 

  • La salvaguardia del patrimonio e della cultura locale; 
  • Il miglioramento dell’economia locale;
  • La valorizzazione del patrimonio culturale;
  • La sostenibilità (Agenda 21);
  • La pianificazione participativa (con i Tavoli di Lavoro);
  • Il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali;
  • La conservazione delle tradizioni;
  • La disseminazione delle attività culturali con la comunità;
  • La narrazione delle comunità con la salvaguardia delle attività anche per I giovani;
  • La ricerca e l’investigazione che sono alla base di ogni progetto portato avanti dall’ecomuseo;
  • Il miglioramento nella capacità di accogliere nuove proposte, culture ed abitanti.

L’ecomuseo ha l’obiettivo principale di preservare e promuovere il patrimonio, il territorio e la valorizzazione culturale, in accordo con l’evoluzione dei bisogni comunitari. La vision dell’ecomuseo è collegare I territory per salvaguardare le tradizioni locali, e coinvolgere le persone nella ricerca, in base ai loro interessi.

Le principali attività organizzate dall’ecomuseo sono:

  • Laboratori con esperti locali, per scuole e famiglie.
  • Percorsi didattici per la valorizzazione del territorio, pensati per la Scuola ed altri utenti.
  • Attività di ricerca e documentazione allo scopo di recuperare la memoria e le emozioni del passato.
  • La realizzazione di materiali didattici, divulgativi e informativi per far conoscere l’ecomuseo.
  • Visite di studio nei luoghi dell’Ecomuseo.
  • Incontri di vario tipo (conferenze, workshops).
  • Camminate patrimoniali.
  • Eventi e giornate dedicate a temi specifici: archeologia, mosaico, antichi mestieri, mulini e farine, antiche fornaci e sapori della nostra terra.

Tutte le attività sono basate sull’ascolto dei bisogni della comunità, e sulle proposte degli associati. I laboratori sono proposti dai mebri dell’ecomuseo, che li aiuta ad implementarli. L’ecomuseo cerca di evitare il volontariato, perchè dare valore al lavoro di ognuno è nei sui obiettivi; infatti, gli organizzatori ed gli insegnanti dei laboratori sono sempre pagati.

1.2. Addetti dell'Ecomuse

Nome del responsabile

Rita Bressa

Posizione
Presidente
Contatto
rita.bressa@libero.it
Numero di membri del team dell'ecomuseo

17

Qualificazione/formazione dei membri del team

Gli organi principali dell’Ecomuseo sono: l’Assemblea dei Soci; il Comitato Esecutivo (composto da sette membri: un Presidente, un Vicepresidente e cinque Consiglieri); il Comitato Tecnico Scientifico  (tre membri individuati tra personalità di spicco nel mondo della cultura, delle arti e delle scienze che forniscono supporto tecnico nell’elaborazione dei progetti e delle attività dell’ Associazione), e il Collegio Sindacale (tre membri che controllano la gestione amministrativa dell’Associazione).
L’Ecomuseo si avvale in maniera continuativa di un Coordinatore, di un addetto alla Segreteria, di un addetto alla stampa e alla comunicazione e di esperti o collaboratori che vengono attivati in funzione delle necessità
Progettuali ed organizzative.
Lis Aganis si basa su un sistema di condivisione delle scelte e di partecipazione alla definizione delle progettualità a “grappolo” in quanto tutti i livelli vengono coinvolti in momenti e fasi diverse a seconda del proprio ruolo

  • Assemblea dei soci: approvazioni politiche generali e bilanci;
  • Comitato Esecutivo: approvazione progetti e impegni di spesa;
  • Comitato Tecnico Scientifico: definizione delle linee di intervento e progettualità di macro-sistema in accordo con il Coordinatore;
  • Focus Group (partecipati dai soci): individuazione delle singole iniziative, programmazione di rete, individuazione delle risorse locali attivabili, ecc.;
  • Team di progettazione: esperti ed insegnanti che sviluppano le specifiche progettualità, svolgendo azione di tutoraggio nel confronti di alcune cellule “pilota”;
  • Gruppi di lavoro (anche non soci): proposte, suggerimenti a livello pratico – operativo, apporti in termini di conferimenti di oggetti, condivisione del patrimonio orale, materiali documentali, ecc.

Il Consiglio Direttivo, compost da 9 membri, svolge la funzione di approvazione dei progetti e degli impegni di spesa. Il Comitato Tecnico Scientifico è nominato dal Consiglio Direttivo, e fornisce supporto tecnico nello sviluppo dei progetti e delle attività dell’Associazione d’intesa con il Coordinatore.
Il gruppo dirigente è formato da 8 membri, di diversa estrazione sociale (insegnanti, un ex funzionario di banca, una segretaria scolastica, un medico e un impiegato). La presidente, Rita Bressa, è sindaco di Cimolais, e ha un diploma di istituto tecnico.
Lo staff tecnico è formato da:

  • Chiara Aviani la coordinatrice, laureata in Scienze Ambientali.
  • Marina Ovin, la segretaria, in possesso di Diploma Scientifico, che ha collaborato con il GAL.
  • Margherita Piazza, responsabile della comunicazione, laureata in Architettura, formata come grafica.
  • Chiara Sartori, che si occupa di comunicazione, e gestisce laboratori e servizi esterni. È laureata in Scienze del turismo.

Lo staff museale è formato da:

  • Cristina de Zorzi, staff museale, laureata in Storia dell’arte e tutela dei beni antropologici;
  • Marta Pascolini, collaboratrice museale, dottore di ricerca in antropologia;

Il personale temporaneo è composto da:

  • Laura Guaianuzzi, laureata in Catalogazione dei Beni e della Storia, responsabile del Centro visite del Castello di Maniago, e delle ricerche d’archivio.
  • Abu Doya, che lavora presso l’ufficio del turismo.
  • Flavia Favetta, segretaria di Travesio, in possesso di Diploma Scientifico.
  • Francesco Zanet, fotografo.

Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) è formato da tre membri individuati tra personalità di spicco nel mondo della cultura, delle arti e delle scienze. E’ nominato dal Consiglio Direttivo, e fornisce supporto tecnico nell’elaborazione dei progetti e delle attività dell’ Associazione in accordo con il Coordinatore.  Il CTS è format da: 

  • Giuliano Cescutti, ex funzionario di banca, storico locale.
  • Alessandro Favelli, insegnante, responsabile degli studi d’archivio.
  • Massimo Milanese, appassionato di storia locale.

1.3. Formazione

Alla luce delle interviste fatte, è stato evidenziato che la formazione per lo staff dell’ecomuseo è insufficiente perchè discontinua, e non vi è tempo per farla.
Alcuni membri dell’ecomuseo fanno formazione in ambito sociale. Per quanto riguarda lo staff, le tematiche sulle quali fare formazione sono: la comunicazione, i social media, e la gestione di progetti. I soci avrebbero invece bisogno di formazione sulle nuove tecnologie.
In generale, viene offerta più formaizone ai soci, rispetto allo staff; negli anni sono stati infatti formati 150 operatori, alcuni dei quali collaborano ancora con l’ecomuseo, mentre altri hanno preso alter strade.
Non essendoci una formazione continua, molte delle persone formate, non avendo garanzie economiche per il futuro, se ne vanno; altri invece non vogliono sacrificare il fine settimana per formarsi, e rinunciano ai corsi.
Una soluzione potrebbe essere la creazione di una start-up con l’istituto turistico del territorio, in modo da creare una sinergia di formazione continua con l’ecomuseo.

In generale, i bisogni di formazione vengono “auto-diagnosticati” fra i membri dello staff, mentre alla comunità viene invece consegnata una scheda di valutazione, compilata annualmente da ogni socio, con una griglia per la valutazione dei progetti svolti. La formazione è erogata gratuitamente per i soci: una prima parte viene svolta in aula, mentre una seconda parte sul campo. Inoltre, i progetti regionali permettono di seguire corsi specifici. 

Il Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie ha insaturato un buon dialogo con la comunità locale, grazie al progetto “LaMemoria” che coinvolge gli ex artigiani; inoltre, grazie a quest’ultimo è nata l’Associazione Amici del Museo, che coinvolge artigiani ed appassionati di coltelli, attraverso la quale è anche possibile individuare I bisogni di formazione della comunità.

I Tavoli di Lavoro sono utili per individuare e rispondera ai bisogni della comunità.  I Tavoli sono proposte costruite con I soci dell’ecomuseo, divisi per tematica, nei quali avvengono progettazioni trasversali fra l’ecomuseo ed I suoi soci.

Alcuni esempi di formazione offerti dall’Ecomuseo

CORSI DESCRIZIONETARGET
MEMBRI DELL’ECOMUSEO (TEAM TECNICO)COMMUNITA’ LOCALE
Telai, trama e orditi
(in collaborazione con l’Associazione Le Arti Tessili)
- Imparare la tecnica per costruirsi o lavorare con un piccolo e semplice telaio.
- Scoprire la tecnica che nel passato, con i grandi telai, si utilizzava per creare tele, coperte, tappeti...
- Scoprire come da un filo si può realizzare un piccolo pezzo di tessuto oppure “colorare” sagome dalle più svariate forme
X
Intrecci
(in collaborazione con l’Associazione Le Arti Tessili)
Capire l’arte che ha permesso ai nonni di creare le gerle, i cesti per trasportare materiali diversi. Ascoltare il racconto di come si preparavano questi contenitori, la scelta e tempi di raccolta dei materiali. Capire come la pazienza e l’abilità fossero ingredienti fondamentali per creare oggetti funzionali, diversificati e durevoli nel tempo. Divertirsi imparando la tecnica e sperimentare costruendo piccoli oggetti con midollino, carta e materiali diversi.X
Dalla lana al feltro (in collaborazione con l’Associazione Le Arti Tessili)Creare piccoli oggetti in feltro per apprendere attraverso il laboratorio, il processo che dalla tosatura delle pecore arriva al filo di lana, al tessuto.X
Sassi, terrazzi e mosaici (in collaborazione con la Scuola Mosaicisti del Friuli)Realizzare con materiali diversi un bozzetto che richiama i tipici disegni realizzati dai nostri maestri mosaicisti e terrazzieri.X
Sei Neanderthal o Sapiens? (in collaborazione con l’Associazione culturale Pradis)Atelier preistorico creativo i partecipanti si trasformeranno in artigiani preistorici: utilizzando conchiglie marine, piume, terre e ossidi coloranti, potranno oggetti, monili e gioielli personalizzati in uso presso le comunità del Paleolitico.X
Pittura naturale con le bacche e con i fiori
(in collaborazione con l’Osservatorio dei Magredi di Vivaro)
Realizzeremo un elaborato su materiali diversi: carta, legni, stoffa.X
Anche i semi volano
(in collaborazione con l’Osservatorio dei Magredi di Vivaro
Una serie di laboratori per scoprire i segreti della natura. Strategie, invenzioni e tecniche di volo che servono ai semi per volare lontano.
E poi ancora, dalla natura numerosi suggerimenti per costruire modellini e macchine volanti e inventare storie che si intrecciano con il vento
X
Il sogno dell’uomo: volare
(in collaborazione con Balthazar Montereale Valcellina)
Cosa serve per volare? Ali, aria, forza. Basta l’aria, la pressione giusta, bisogna avere una forma particolare per librarsi nel cielo? Tante domande a cui cercheremo di dare risposta costruendo aerei di carta partendo dal confronto con le ali degli uccelli, e poi paracaduti e missili scoprendo i egreti dell’aria, della pressione, della portanza..X
Un’ora da libellula e come vedono gli animali (in collaborazione con Balthazar Montereale Valcellina e Costanza Uboni)Laboratorio per comprendere la differenza tra l’occhio umano e quello di alcuni animali. Con la costruzione di una camera oscura portatile sarò più facile comprendere queste differenze.X
Orienteering (3 incontri di 2 ore l’uno) (in collaborazione con Semiperdo Orienteering Maniago)Laboratorio di Orienteering rivolto a ragazzi di 9/10 anni (quarta-quinta primo ciclo) attivabile solo nelle aree in cui sono state realizzate le specifiche cartine. Si propongono 3 incontri di 2 ore l’uno. i dichiara che l’attività sarà possibile qualora i protocolli di sicurezza in via di approvazione da parte della Federazione e successivamente dal CONI, lo permettano.X

Alcuni esempi di bisogni formativi individuati

AREA /CAMPO DESCRIZIONE MODO DI FORMAZIONE (VIRTUALE / IN LOCO / LABORATORI / ECCETERA.) TARGET
MEMBRI DELL’ECOMUSEO (TEAM TECNICO)COMMUNITA’ LOCALE
CommunicazioneImparare a creare una buona strategia di comunicazione per raggiungere un ampio numero di persone.X
Social media marketingImparare a creare una campagna sui social media efficace e a gestire tutti i canali online in modo efficace.X
Project managementImparare a gestire i progetti a 360°.X

3. Finanziamenti e Risorse

Tipo di entità
Associazione
Proprietà
Pubblico
Status ufficiale
L’Ecomuseo è riconosciuto dalla Legge Regionale n.23 del 25 settembre 2015
Bilancio annuale
606.660,09 € (report finanziario 2019)

L’ecomuseo si avvale di diverse forme di finanziamento, le principali sono:

  • La principale fonte di finanziamento è la Legge Regionale 23/2015, convertita nella Legge 10/2006 che riconosce e finanzia gli ecomusei friulani annualmente;
  • I Bandi regionali legati alla promozione turistica, e alle attività culturali;
  • I Bandi comunali; grazie ad uno di questi finanziamenti, si è vinta la gestione del Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie, ora sede dell’ecomuseo, grazie all’Art Bonus.
  • I finanziamenti delle banche.

Per ragioni etiche, l’ecomuseo non utilizza finanziamenti privati, in quanto i progetti realizzati dagli ecomusei sono facilmente finanziabili con fondi pubblici, e vogliono dare opportunità di finanziamento ad altre istituzioni. Anche i membri dei comuni dell’ecomuseo versano un contributo annuale.

Non ci sono paternariati specifici per l’acquisizione di fondi, sebbene l’ecomuseo partecipi con altri enti ed istituzioni, ad alcuni progetti di interesse comune, per poi dividere i fondi. Un esempio, è la partecipazione ai Piani di Sviluppo Rurale insieme ad alcuni comuni del territorio: l’ecomuseo svolge delle specifiche mansioni nell’implementazione del progetto, ricevendo una parte dei fondi.
Le reti di collaborazione sono utili per acquisire fondi, e nei bandi vengono richieste molto spesso; l’obiettivo dell’ecomuseo è proprio di fare da collante fra I vari attori del territorio per implementare progetti condivisi. Nel tempo, il ruolo dell’ecomuseo ha acquisito sempre più rilevanza in questo senso; ad esempio, con il progetto “la Pittina (una rapa locale) prodotto culturale”, l’ecomuseo ha coordinato produttori e ristoratori del territorio in una serie di eventi di promozione di questo prodotto locale, riuscendo a valorizzarlo. Gli attori locali riconoscono sempre di più il ruolo svolto dall’ecomuseo.

L’ecomuseo ha anche finanziamenti-partenariati con diverse istituzioni. In primo luogo, ci sono collaborazioni con le Università di Trieste (Dipartimento di Antropologia), Padova e Ferrara (Dipartimento di Preistoria); inoltre l’ecomuseo collabora con altri enti e circoli, oltre che con soggetti esterni (ad esempio la Fondazione Pittini). Le collaborazioni iniziano sia per volere dell’ecomuseo, sia si stipulano accordi di partnership.

4. Partecipazione Sociale e Comunitaria

Gli obiettivi dell’ecomuseo sono la valorizzazione culturale, la sostenibilità (Agenda 21, tramandare, guardare avanti con radici ben piantate per cambiare orizzonte), la progettazione partecipata (con i Tavoli di Lavoro), il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali. L’ecomuseo ha la capacità di accogliere nuove proposte, culture e abitanti.
Le attività alla base di tutti i progetti sono ricerca e documentazione, incontri (convegni, workshop) e mostre (anche itineranti sul territorio), passeggiate sul patrimonio, laboratori. Questi ultimi partono dai bisogni della comunità locale, con l’obiettivo di creare attività educative per conoscere il patrimonio – materiale e immateriale – e trasmetterlo. Le proposte dei membri sono sempre ben accolte; l’ecomuseo, infatti, contribuisce a creare laboratori che vengono offerti alla comunità locale.

Per quanto riguarda l’aspetto economico, l’ecomuseo vuole liberarsi dal volontariato per riconoscere il valore del lavoro delle persone; il proponente del laboratorio paga una quota, che si divide tra l’ecomuseo e la gestione delle attività (ad esempio il partner dell’ecomuseo). Se l’organizzatore non vuole il compenso, il denaro viene accantonato in un “salvadanaio” che può essere utilizzato dal socio in qualsiasi momento in caso di necessità. Questo tipo di finanziamento ha aiutato lo sviluppo del capitale umano e culturale, rafforzando il senso di identità grazie alla narrazione in prima persona della comunità locale.
Per quanto riguarda la gestione delle attività, l’ecomuseo coinvolge tutti i membri nelle decisioni, condividendo progetti, avendo contatti con uno specifico ruolo di coordinamento. La comunità locale, infatti, è parte integrante della gestione dell’ecomuseo, al fine di garantire la rappresentatività dell’intero territorio.

4.1. Popolazione locale

Numero di abitanti del territorio/località in cui si trova l'ecomuseo
70.250

Modalità di partecipazione

L’ecomuseo ha un rapporto stretto con i membri della comunità. Il primo esempio di collaborazione sono i Tavoli di Lavoro, attraverso i quali i soci dell’ecomuseo propongono dei progetti, da realizzare insieme all’ecomuseo. Il modello di coinvolgimento dell’ecomuseo è diviso in varie fasi. In un primo momento, sono stati individuati i filoni tematici legati al territorio (acqua-elementi naturali, come la pioggia; mestieri-lavori antichi, legati alle tradizioni; sassi-materiale delle antiche abitazioni). Successivamente, ogni socio ha individuato il tema sotto il quale posizionarsi, in base alle proprie azioni. L’ecomuseo ha poi costruito delle proposte, chiamate Tavoli di Lavoro, in cui vengono raccolte le buone pratiche ed implementati progetti trasversali fra i membri. Questo meccanismo favorisce lo scambio fra l’ecomuseo e la popolazione locale, che viene attivamente coinvolta nella proposta e nella progettazione delle attività.

Un esempio di coinvolgimento della comunità locale è il progetto PassiParole, che è partito dall’esigenza di conoscere il territorio, ed è stato seguito dalla costituzione di un Tavolo di Lavoro sul paesaggio. Quindi è iniziata l’esplorazione del territorio con i partner, con l’obiettivo di costruire mappe, identificare i luoghi che le persone volevano promuovere, oltre a selezionare gli esperti per guidare questi percorsi del patrimonio. L’obiettivo di questo progetto è rendere protagonista la comunità locale, e c’è stata una buona partecipazione (anche online in tempo di pandemia). L’ecomuseo inizialmente ha dato le linee guida per la realizzazione delle passeggiate, che ora sono autogestite dalla comunità locale. Altri progetti realizzati dall’ecomuseo sono:

  • Il filò delle Agane, progetto di valorizzazione delle tradizioni orali della lingua friulana, attraverso storie locali, narrate dalla comunità locale (disponibile anche online). Il progetto è legato al Museo delle Dolomiti, che ha l’obiettivo di raccontare in modo innovativo il territorio dolomitico in tutte le sue sfaccettature.
  • Didattica. Le proposte didattiche si snodano lungo percorsi e percorsi culturali che raccontano di ambienti, natura, geologia, architetture spontanee, prodotti tipici e locali. Le proposte delle proposte sono: percorsi slow walking, visite a mostre o collezioni, escursioni alla scoperta del paesaggio e laboratori del fare, dove cimentarsi con tecniche e antichi saperi, cogliere l’essenza del territorio e creare oggetti che parlano e raccontare. L’ecomuseo collabora attivamente con la scuola elementare di Vivaro, dove viene offerta la didattica situata. Questo progetto educativo consiste nel coinvolgere gli studiosi in esperienze attive sul territorio, per comprendere meglio le materie didattiche e rafforzare il loro senso di appartenenza alle comunità. Questa formazione consente ai bambini di essere autonomi e di migliorare le proprie capacità di problem solving.
  • PASSIparole, è un progetto nato all’interno del Tavolo di Lavoro sulle Mappe del Paesaggio e delle Comunità, pensato per scoprire borghi, percorsi a cielo aperto, piccole raccolte e aneddoti curiosi, accompagnati da persone della Comunità. Lo scopo di PASSIparole è raggiungere le varie tappe con un cammino “lento”, e favorire il dialogo tra i partecipanti.
  • Germogli poetici – Premio letterario, legato al racconto del territorio attraverso la poesia (anche visiva o in musica) e dedicato agli studenti.
  • Natura & Colore, legato al Tavolo di Lavoro “natura e colore: erbe, piante e cibi di una volta”, ricco di iniziative che affrontano il vasto mondo delle erbe, da quelle commestibili a quelle utilizzate per le tinture naturali, anche comprese le colture locali e la loro lavorazione.

Ogni progetto è implementato con una strategia diversa. Attraverso una divisione definita tra le tematiche legate al territorio (acqua, pietre, artigianato), l’ecomuseo ha costituito le Celle, che uniscono i soci che hanno obiettivi e attività specifici. Un altro meccanismo di partecipazione tra l’ecomuseo ei suoi membri sono i Tavoli di Lavoro, anch’essi divisi per tema, che riuniscono membri con indirizzi, obiettivi e azioni simili.

4.2. Ambiente sociale

Forme di coinvolgimento

L’ecomuseo non organizza visite specifiche per i visitatori esterni, ma possono sempre partecipare alle attività offerte alla comunità locale, come percorsi del patrimonio o laboratori.
Il territorio dell’ecomuseo è caratterizzato dal fenomeno del turismo di ritorno (soprattutto di inglesi e americani), durante il periodo estivo. I visitatori vengono a vedere luoghi specifici (ad esempio le Grotte di Pradis, dove ci sono giovani formati dall’ecomuseo per fare da guide). L’ecomuseo collabora anche con alcune agenzie di viaggio, principalmente austriache, per l’accoglienza di gruppi.
Per quanto riguarda il monitoraggio delle attività, il COVID-19 ha favorito il tracciamento e il conteggio dei partecipanti, anche se non sempre i dati vengono raccolti. Gli utenti delle varie attività cambiano a seconda della tipologia dei temi proposti; in generale, la fascia di età più difficile da coinvolgere è quella dai 14 ai 30 anni.

4.3. Sito web analisi

Tipe di interventi possibili dal sito web

Solo informazioni Possibilità di suggerire azioni Reclami o complimenti Acquisto dei biglietti
X
E' possibile fare recensioni tramite Google o i canali Social Media ufficiali dell'ecomuseo.
È possibile effettuare pre-abbonamenti ad eventi e attività.

Tipi di suggerimenti disponibili

Proporre l'oggettomuseale ives Sulle questioni di finanziamento Informazioni sulla pianificazione museale Sull'accessibilità
Il sito web è ben suddiviso per argomenti e le informazioni sono facilmente reperibili dall'utente.
È possibile trovare il bilancio annuale dell'ecomuseo.
Information about ecomuseum planning is available on the website.
Il sito web ha una buona accessibilità ed è facile da usare.

Qualità del feedback

Viene inviato il messaggio di ricezione La proposta è discussa a livello di gestione museale I risultati della discussione vengono inviati
I risultati sono condivisi tra l'ecomuseo ei suoi membri.

L’ecomuseo ha due risorse dedicate alla comunicazione, Il piano editoriale con il quale l’ecomuseo comunica le proprie attività è composto sia da comunicazione attraverso il sito web ed I social network, sia attraverso messaggistica diretta con gli utenti (via Whatsapp e newsletter).
L’ecomuseo ha una newsletter (3000 utenti), e viene aperta dall’80% degli iscritti; il contenuto della stessa sono la promozione delle attività in corso, oltre alla prenotazione delle stesse. I contatti telefonici sono 8000 e sono gestiti via Whatsapp , idea nata durante la Pandemia.
I principali canali social utilizzati dall’ecomuseo sono Facebook e Youtube. Facebook è utilizzato per promuovere gli eventi e le iniziative dei soci, e dell’ecomuseo. Durante il lockdown sono state ideate delle rubriche per tenere viva la pagina Facebook, il cui tema principale era raccontare le cellule dell’ecomuseo, oltre alla promozione di passeggiate virtuali e altri tutorial. Sempre durante la Pandemia, sono state create attività virtuali innovative, seguite ancora oggi (ad esempio I tutorial tecnologici) per coinvolgere le varie fasce di età della comunità locale (dagli anziani ai bambini).
Il canale Youtube è stato quello più seguito dai bambini durante il lockdown. La fascia di età più difficile da intercettare è quella dai 20 ai 30 anni.

In generale, il pubblico online è aumentato durante il lockdown; la partecipazione degli utenti è fondamentale per fare rete el’ecomuseo vuole incuriosire e coinvolgere la popolazione locale.
Il sito web dell’ecomuseo è ben costruito e fruibile in modo chiaro dagli utenti. Vi è una chiara divisione degli argomenti e le tematiche, pertanto rende la navigazione semplice e la ricerca delle informazioni rapida per l’utente. La barra superiore fa da filtro per conoscere e approfondire:

  • Le informazioni generali sull’ecomuseo;
  • la geografia ed il territorio dell’ecomuseo (le Valli);
  • le tematiche trattate dale cellule dell’ecomuseo (acqua, mestieri, sassi);
  • i percorsi dell’ecomuseo attraverso mappe interattive;
  • I progetti principali dell’ecomuseo;
  • Le pubblicazioni e la mediateca dell’ecomuseo (ad accesso libero);
  • Gli eventi organizzati dall’ecomuseo.

5. Innovazione e Ricerca

Per quanto riguarda il ruolo della ricerca, l’ecomuseo ha un forte legame con l’Università di Trieste, grazie anche alla collaborazione di un professore con l’ecomuseo stesso, L’ecomuseo è luogo di ricerca, osservazioni, ed è uno spazio fluido in cui il tema dell’innovazione viene praticato realmente. Un fattore penalizzante è la posizione dell’ecomuseo, poco raggiungibile rispetto alle università. Un elemento da implementare sono I tirocini universitari e con le scuole di formazione e specializzazione, per rafforzare il dialogo fra mondo accademico ed ecomuseo.

Il patrimonio dell’ecomuseo è visto come un processo, ed è analizzato con gli strumenti dell’antropologia, dell’etnografia e dei processi partecipati. Per la narrazione del patrimonio, vi è inizialmente un’importante analisi teorica e della letteratura, poi vi è la scelta degli strumenti narrative. Ad esempio, il museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie è stato ideato in modo partecipativo. In un primo momento si è iniziata la mappatura partecipata delle attività legate ai luoghi di lavoro, con l’aiuto di ex coltellinai; in seguito, per l’organizzazione della mostra, si sono organizzati diversi Tavoli di Lavoro con la comunità locale.
Oltre ai Tavoli di Lavoro, che hanno coinvolto direttamente la popolazione, si sono infatti utilizzate pratiche museografiche, creando una mostra fruibile senza un percorso che richiama il processo di continuità della memoria, contrapponendosi alla narrazione didascalica. L’ecomuseo, grazie alla mostra, ha rafforzato il suo ruolo centrale, cercando inoltre di restituire l’innovazione alla popolazione, attraverso l’interattività.
L’ecomuseo è stato analizzato da diversi studenti per le proprie tesi.
I progetti di ricerca riguardanti l’ecomuseo sono diversi: preistoria, archeologia, e catalogazione. Inoltre, con la Fondazione Pittini vi è il progetto “sulle terre alte”. Un altro progetto è il Bando Ripartenza, a tema paesaggismo, che prevede ricerche sulle mappe antiche fino ai giorni nostril, e lo studio della costruzione di itinerari e ricerca. Il progetto prevede lo studio di GPS, oltre alla formazione degli studenti.

Per quanto riguarda il mondo accademico e la popolazione, un altro esempio è il progetto Mele Antiche, che coinvolge la comunità e l’Università di Padova. Inoltre, ci sono progetti con le Università per la costruzione di mappe, e c’è la possibilità, per gli studenti universitari, di fare degli stage presso l’ecomuseo. Le pubblicazioni scientifiche vengono fatte raramente, sebbene qualche membro dell’ecomuseo talvolta pubblichi articoli.

L’ecomuseo è innovativo anche nell’utilizzo del sito web e dei social media, dove si possono trovare numerose informazioni interattive (come ad esempio le mappe, e I video tutorial).
Inoltre, l’ecomuseo ha 5 collane editoriali, divise per tematica, ed ha in progetto una sesta collana deticata ai fumetti.

L’Ecomuseo Lis Aganis ha coinvolto i propri soci in un progetto al quale sta collaborando attivamente, chiamato Dolomites Museum. Questo progetto, giunto alla seconda edizione, mira al racconto del territorio dolomitico in tutte le sfaccettature. Uno dei temi, molto interessante e coinvolgente, è chiamato #VocidellaMontagna. L’invito di Dolomites Museum è quello di ascoltare, registrare e condividere i molteplici suoni che compongono l’esperienza degli abitanti delle Dolomiti. Il progetto Dolomites Museum ha un sito web interattivo, con diversi percorsi anche online.

6. Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs)

Numero di SDG su cui l'ecomuseo sta lavorando (SDG)
14
SDG preferenziali (SDG)
Comunità sostenibili, salute e benessere

Progetti/azioni relativi agli SDG

PROGETTI / AZIONIBREVE DESCRIZIONESDGIMPATTI
PASSIparole projectSi tratta di un progetto nato all'interno del Tavolo di Lavoro sulle Mappe del Paesaggio e delle Comunità, pensato per scoprire il territorio accompagnato dalle persone della Comunità. Lo scopo di PASSIparole è raggiungere le varie tappe con una passeggiata “lenta”, ammirando il paesaggio e favorendo il dialogo tra i partecipanti. Oltre agli operatori dell'ecomuseo, ai gestori dei musei e alla popolazione locale, i visitatori sono e anche da musicisti, poeti attori. Tutto si conclude normalmente con una degustazione di prodotti locali. Il tutto è documentato con foto o video per promuovere sui social il patrimonio del territorio.3Benessere delle persone
Progetti con le scuoleL'ecomuseo porta avanti diversi progetti educativi in collaborazione con le scuole.4Formazione attiva con i bambini
Progetti di sensibilizzazione sulla violenza contro le donneIncontri e animazione5Sensibilizzazione sulla violenza contro le donne
Progetto: Acqua con ArpaUn progetto con l'Arpa, la società che gestisce l'acqua6Consapevolezza dell'uso dell'acqua.
Workshops con la scuola di Balthazar Diversi progetti organizzati in collaborazione con una scuola locale.7Formazione attiva con le scuole
Presidi Slow FoodRadice La Pitina, promozione polpetta locale.8Tutela dei prodotti e delle tradizioni culinarie locali.
Attività con Salamandre SRLAttività con Salamandre SRL Salamandre è una società che collabora attivamente con l'ecomuseo.9Creazione di offerte di lavoro
Collaborazioni con produttori localiCollaborazione con produttori locali per l'acquisto di servizi e prodotti locali12Promuovere identità e prodotti locali. Aumentare l'economia locale.
Promozione della mobilità sostenibile nell'ecomuseoRiduzione dei consumi in ufficio, Acquista auto diesel, Incoraggiamento a camminare13Sensibilizzare sulla mobilità sostenibile
Collaborazione con Legambiente per PassiParole e il progetto Magredi Percorsi tematici alla scoperta del territorio15Scopri il territorio e valorizza l'identità locale. Formazione attiva per studiosi
L'altra mobilitazione Incontri sulla ostituzioneSeminari con argomenti diversi16Nuova consapevolezza su diversi argomenti
Collaborazione con Università di Udine e Parco delle DolomitiCollaborazione con Dolomiti Park e Università17Collaborazione con diverse istituzioni per il raggiungimento degli obiettivi.
Progetto MagrediIl progetto Magredi è un progetto di valorizzazione territoriale portato avanti con molti attori locali3, 4, 15Salvaguardia dell'ambiente locale

7. COVID-19

In generale, il principale danno causato dalla Pandemia sull’ecomuseo è stato duplice: dapprima, esterno sulle attività economiche, poi interno, con lo spegnimento delle associazioni ed il conseguente danno sul capitale umano.
Alcuni aspetti positivi legati alla Pandemia sono stati:

  • L’ideazione di nuovi meccanismi progettuali;
  • L’aumemto della collaborazione fra le associazioni;
  • La spinta verso l’uso di nuove tecnlogie, come ad esempio gli incontri online, utilizzati anche per alcune riunioni.
  • Il monitoraggio delle attività;
  • Il coordinamento e l’uso di un linguaggio comune, che hanno migliorato la comunicazione,
  • L’implementazione del sito web.

La Pandemia ha inoltre colpito in maniera differente i diversi settori di attività dell’ecomuseo.
Per quanto riguarda le attività dell’ecomuseo legate alla sede principale, ospitata dal Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie, la Pandemia è stata devastante. In particolare, a causa dell’emergenza sanitaria è stata rinviata l’inaugurazione della mostra al Museo dell’arte Fabbrile e delle coltellerie; l’innovazione non ha potuto sopperire con le attività online per le visite al museo. Gli efferri negativi della Pandemia sono stati l’incertezza continua sui comportamenti da tenere, la disperazione, con la morte di molti artigiani locali, custodi della memoria, e la mancanza di direzioni chiare. La situazione ha tuttavia permesso di riadattare la mostra in base ai bisogni di fruizione; infatti, il museo è stato concepito come uno spazio fruibile in maniera fluida, con spazi grandi e diverse uscite/entrate. Durante il lockdown il team ha potuto lavorare dandosi supporto morale. La Pandemia ha inoltre favorito meccanismi empatici, infatti si è dato valore ai piccoli gruppi, al dialogo per avvicinarsi alle persone. Si può affermare che la situazione di emergenza sia stata un periodo di osservazione e riflessione: all’inizio del 2020, vi è stato un silenzio creativo che si è trasformato in un silenzio produttivo per ripensare all’organizzazione, e all’identità del museo. 

Per quanto riguarda il settore della comunicazione, durante il lockdown l’ecomuseo ha continuato a comunicare online. Il canale Facebook ha condiviso rubriche tematiche per tenere in vita la pagina, ad esempio, attraverso “l’audiolibro delle fiabe narrate”; è continuata inoltre la narrazione relativa alle cellule dell’ecomuseo, per le quali sono anche state organizzate alcune passeggiate virtuali. Su Facebook si è continuata la condivisione delle iniziative dei vari soci dell’ecomuseo. I principali impatti del Covid sul settore della comunicazione sono stati: la diminuzione del carico di attività (grazie alle riunioni sulla piattaforma Zoom), la creazione di attività alternative ed innovative (come ad esempio i tutorial tecnologici, proposti ai soci), tutt’oggi seguite. La popolazione locale, divisa per fascia di età in base agli argomenti proposti,  è stata coinvolta nelle attività online anche attraverso il canale Youtube. I bambini hanno utilizzato il canale Youtube per seguire le rubriche delle fiabe, e “come funziona”; gli adulti (con più di 50 anni) hanno seguito Archeotour (tour a tema archeologico), i corsi di disegno; gli anziani hanno seguito alcune conferenze online, e il corso sulle erbe (attività che sta continuando), in collaborazione con l’Istituto di Spilimbergo. 

Per quanto riguarda le scuole, la Pandemia ha avuto molte conseguenze negative: in primo luogo, c’è non c’è stata continuità nelle manifestazioni, che servono per mostrare le attività organizzate ai bambini, ai visitatori e agli abitanti locali, ed ha causato uno sgretolamento della rete relazionale. Infatti, la partecipazione a queste attività era anche uno scambio tra le famiglie, la protezione civile e la pro-loco.In secondo luogo, i bambini non hanno potuto realizzare le sperimentazioni ed i percorsi, base della didattica situata; le attività per bambini sono state limitate per evitare lo scambio di oggetti fra bimbi, e pertanto, anch’esse penalizzate.

Autori

Lisa Pigozzi, Nunzia Borrelli, Raul dal Santo, Silvia Dossena, Lucia Vignati

Coordinatori Scientifici

Leandro França, Barbara Kazior, Óscar Navajas, Manuel Parodi-Álvarez, Lisa Pigozzi, Raul dal Santo, Julio Seoane, Maristela Simão